CRESCITA INVESTIMENTI E TERRITORIO.
Tags : Crescita e investimenti Economia Territorio
Il ruolo delle politiche industriali e regionali
Crescita, investimenti e territorio. Cappellin R., Marelli E., Rullani E., Sterlacchini A. (2014), a cura di, Crescita, investimenti e territorio: il ruolo delle politiche industriali e regionali, Website "Scienze Regionali", eBook 2014.1
Contributi di:
Leonardo Becchetti, Marco Bellandi, Patrizio Bianchi, Andrea Bollino, Roberto Camagni, Roberta Capello, Riccardo Cappellin, Stefano Casini Benvenuti, Enrico Ciciotti, Romeo Danielis, Alfredo Del Monte, Sergio Destefanis, Marco Frey, Sandrine Labory, Enrico Marelli, Marco Mutinelli, Alessandro Petretto, Francesco Prota, Enzo Rullani, Alessandro Sterlacchini, Gianfranco Viesti.
Il Gruppo di Discussione "Crescita, Investimenti e Territorio" è un think-tank composto da più di 50 noti economisti, sia del mondo accademico sia di altre istituzioni, e in questo libro propone le linee guida di una “nuova politica industriale e regionale", che mira alla ripresa dell’economia europea e italiana.
Crescita Investimenti e Territorio
Il volume contiene i contributi di un gruppo di esperti, nel campo dell’economia industriale, regionale, dei trasporti, del lavoro, del management e della macroeconomia, che svolgono un ruolo significativo nel dibattito all’interno delle rispettive associazioni scientifiche.
L'intento del volume è quello di illustrare al pubblico, ai giovani, alle imprese e se possibile anche ai rappresentanti ed esperti delle istituzioni, ai professionisti della comunicazione e ai decisori politici che i risultati recenti degli studi teorici e delle ricerche empiriche nelle diverse discipline che trattano della cosiddetta “economia reale” si basano su modelli di crescita e propongono interventi di politica economica profondamente diversi da quelli della macroeconomia tradizionale, che hanno guidato, con risultati a dir poco deludenti, le politiche economiche seguite in questi ultimi anni in Europa e in Italia.
Il libro dimostra la forte coerenza tra gli approcci teorici degli economisti che fanno ricerca sull’economia reale e un largo consenso non solo su un’analisi delle cause della crisi dell’economia italiana ma anche sulle possibili linee d’intervento per evitare che essa evolva in una stagnazione cronica di lungo periodo. I diciannove originali contributi pubblicati in questo libro illustrano i fattori e le caratteristiche della crisi economica attuale, i cambiamenti emergenti nella struttura e nelle caratteristiche del sistema produttivo italiano, i risultati di recenti studi scientifici sull’economia reale e infine varie possibili misure d’intervento di politica industriale e regionale.
Inoltre, l’approfondito capitolo introduttivo propone un quadro di sintesi di questi contributi ed evidenzia l’analogia notevole tra tutte le singole interpretazioni dei fattori della crisi, la forte coerenza degli strumenti teorici utilizzati nell’analisi dell’economia reale in particolare nei suoi aspetti industriali e territoriali e il largo sostanziale consenso emergente su un modello di politica industriale e regionale diverso dal passato, come pure su numerose specifiche misure d’intervento necessarie per riavviare la crescita.
Il ruolo delle politiche industriali e regionali
La politica industriale declinata a livello territoriale si rivela indispensabile per definire un programma, nazionale e europeo, di interventi coraggiosi e lungimiranti al fine di promuovere l’innovazione nell’industria, nei servizi e nelle amministrazioni pubbliche e quindi di aumentare gli investimenti privati e pubblici in nuove produzioni e ridurre gli attuali elevatissimi livelli di disoccupazione in Italia e in Europa.
Per uscire dalla recessione e ritornare a tassi di crescita accettabili non sono necessari e comunque non sarebbero sufficienti un aumento della spesa pubblica (soluzione keynesiana) o una riduzione delle imposte (soluzione neoliberista), ma è invece indispensabile, da un lato, stimolare una ripresa degli investimenti che ponga l’innovazione al centro degli interventi e, dall’altro, promuovere una crescita continua della domanda di nuovi beni e servizi. La disciplina della spesa nelle imprese e nello Stato non è in contraddizione con forti investimenti in innovazione, perché la leadership tecnologica è il fattore fondamentale della competitività a lungo termine e di alti margini di profitto futuri ed è necessario aumentare le spese per lo sviluppo di nuove produzioni.
La politica industriale è stata abbandonata sotto la pressione di un’ideologia liberista molto tradizionale e si rivela invece indispensabile in un’economia moderna basata sulla conoscenza e sull’innovazione, dati i limiti dell’approccio tradizionale delle politiche monetaria e di finanza pubblica nel promuovere la crescita economica.
Il punto di partenza per un programma di rigenerazione o ricostruzione dell'economia italiana dopo la crisi è il territorio. E' anche da questo, e non solo dai mercati internazionali, che provengono gli stimoli a uno sviluppo economico sostenibile. Infatti, il successo di progetti innovativi dipende dalle capacità imprenditoriali, dalle competenze e dalle risorse umane e produttive che sono radicate nel territorio, ma al tempo stesso è in esso, e soprattutto nelle grandi aree metropolitane, che si esprimono i bisogni di un ambiente e di una qualità della vita migliori ed emergono opportunità di investimento in nuovi beni e servizi.
Dato che gli strumenti della politica monetaria e fiscale sono stati trasferiti o condizionati dai vincoli stabiliti a livello comunitario, in base al principio di sussidiarietà verticale spetta invece agli Stati nazionali e alle Regioni programmare, anche se nel quadro di opportuni indirizzi strategici comunitari, le politiche industriali e regionali, che sono fondamentali per stimolare l’innovazione, gli investimenti e nuove produzioni.
Il libro propone una strategia di crescita a medio termine dell’economia italiana (Progetto Italia 2020) coerente con le dinamiche di cambiamento del sistema produttivo in Europa, l’evoluzione della tecnologia e la domanda di maggiore occupazione e di migliore qualità ambientale da parte dei cittadini.
Crescita investimenti e territorio
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